lunedì 19 gennaio 2009

Capitolo 16, ovvero UMA DECLARAÇÃO DE AMOR PURO.

Come é pura e primigenia l'amicizia che mi lega alla mia adorata Lise Goossens.
Si badi bene, penso che i lettori che mi seguono siano intelligenti e mi conoscano sufficientemente bene per sapere che se fossi in procinto di parlare di uno dei miei soliti due di picche non avrei iniziato il mio post cosí, con una frase cosí sdolcinata e teneramente ingenua; al piú, avrebbero letto un incipit di questo tenore: "Un'altra volta. Ancora. Che palle. Ma é mai possibile che non riesca a combinarne una giusta? Comincio a essere stanco."; avrebbero quindi sospirato sconsolati e avrebbero iniziato a leggere un necrologio di autocommiserazione come spesso faccio.
E allora, come mai ho iniziato a scrivere questo post in questa maniera, con bomba iniziale e paletti di lettura immediatamente successivi? Presto detto.
Ora sono nel mio nuovo quartinho portuguesinho, ho appena sistemato una macchinata di lavatrice, ho felicemente e copiosamente evacuato, per marcare la zona, ovviamente, e scambiato due chiacchere con i miei nuovi coinquilini. Adunque, ora sono davanti al computer e scrivo perché finalmente si é compiuto un mio piccolo simpatico progetto. Espressi il desiderio ai miei amici europei di ricevere da parte loro una paginetta, un'idea, un'opinione di CHI IO FOSSI. Pensieri in totale libertá, senza fronzoli né nascondimenti. E per rimarcare l'idea della piú totale libertá che desideravo, ho detto chiaro e tondo a loro di scrivere ipsorum lingua, per potersi esprimere al meglio e affinché io non possa capire quasi niente, tal per cui non rimanga influenzato da ció che avessero scritto.
Come voi ben sapete - basta guardare il post precedente a questo - ho passato esattamente 16 giorni a vivere con la mia adorata Belgio 1, dando luogo ad una convivenza un po' particolare e in ogni caso ad un'esperienza assolutamente nuova per me: vivere con una ragazza, e condividere gli stessi luoghi e tempi. Ora, non me ne abbia la mia sorellina, ma evidentemente vivere con una persona che si conosce da poco tempo, alla fine, perché di 5 mesi si tratta, di un paese diverso dal mio - il Belgio appunto - con una cultura diversa dalla mia - la fiamminga - significa affrontare una vita - seppur breve - veramente diversa. Non foss'altro che lei é stata sin da principio la ragazza che piú mi ha affascinato e per cui ho provato un debole serio. Per concludere, lei é stata una delle persone a cui avevo chiesto di produrre questo piccolo documento, e lei mi ha detto che alla fine della convivenza avrebbe provveduto. Ed eccoci qui. Un documento in neerlandês di cui ho capito poco, quando non niente, e che parla di me. Chiunque vorrá tradurre qualcosa, mi invii i risultati. O forse no. Non sono sicuro di voler sapere cosa mi ha scritto. Lei in fondo alla mail in cui c'era questo foglio, mi ha scritto due parole. Non le posteró. Mi piace pensare che mi voglia bene. In ogni caso, le due tre parole che ho capito del testo le metto in fondo in traduzione. Buona lettura.

Lieve lezer,

Naar alle waarschijnlijkheid begrijpt u deze taal niet, waarin ik schrijf. Dat komt omdat u Italiaans bent, of toch Zuid-Europees. Mijn vriend Stefano heeft mij gevraagd iets in mijn taal te schrijven over hem. Het lijkt misschien nutteloos, maar ik doe het toch maar.
Stefano Loi is een Italiaan uit het noorden, zo één die wel van de Turken houdt, maar schijt op de mensen uit het zuiden van zijn eigen land. Om niet te spreken van de Spanjaarden. Zoals elk goed opgevoed Vlaams meisje heb ik mijn irritaties en kritische kijk. Hier wil ik echter niet over uitwijden. Stefano is iemand die met zichzelf in zijn hoofd zit, een jongen die te jong is voor deze wereld. Het is geen dromer. Dat laatste gaat zelfs zover dat hij niet graag droomt, en als het ware beslist om niet te dromen. Ik weet dat hij er altijd zal staan voor mij, dat ik hem gelijk wat kan vragen en dat het niet enkel is omdat ik mooier en beter ben in zijn hoofd dan in werkelijkheid. Nog niet zo lang geleden heb ik ontdekt dat ik hem ook alles kan zeggen. Hij zal nooit alles begrijpen, hij zal het nooit altijd goedkeuren, hij zal altijd zijn gedacht zeggen. Maar hij zal het aanvaarden. Ik denk dat het een natte droom is van hem om dingen te zien staan in een taal die hij niet begrijpt, maar wetende dat het over hem gaat. Ik voel me een beetje belachelijk dat ik dit hier allemaal schrijf in feite. Ik ga dan ook nu maar stoppen. Ik wil u zeggen, lieve lezer, als u dit ook eventueel aan het vertalen bent voor Stefano, dat ik hem oprecht graag heb, dat hij een persoon is die ik nog zal terug zien in de toekomst, dat hij een vriend is. En dat ik weet dat dat ook langs de andere kant geldt.
Bedankt en het ga u goed.

Een groet van Noord-Europa, mijn kant van de wereld.

Lise


Lieve lezer = Caro lettore (?)
Mijn vriend = Mio amico.
Schrijven = Scrivere.
Taal = Lingua (?)
Om niet spreken van de Spanjaarden = Non parlare con lui degli spaniardi (sono strasicuro).

Direi che c'erano anche altre parole abbastanza chiare ma le ho trascurate, in fondo questo é un blog e non un laboratorio di filologia fiamminga.
Che dire, non ho intenzione di andare a cercare quelle due-tre parole chiave che potrebbero dare una svolta alla comprensione, mi sembra che le motivazioni che ho posto al fatto che volevo una pagina come questa siano abbastanza chiare. Adunque, non mi resta che parlare ancora un poco di lei, ma non troppo, vi ho giá tediato abbastanza con i discorsi su di lei.
La convivenza é andata perfettamente, siamo stati bene assieme e una volta abbiamo anche dormito assieme. Certo, la tentazione di abbracciarla e stringerla forte era - ed é - troppo forte, ma forse per una volta avevo capito che non fosse il caso di calcare la mano cosí. Mi ricordo una memorabile cena a casa di amici in cui mi si suggerivano le strategie per la conquista di lei - dal piú classico "falla ubriacare" fino al "non fare niente per tre settimane e alla quarta spacca" - e io che mi immaginavo dietro a lei a fare e a disfare... niente di tutto ció. Durante una conversazione mattutina, mi lasciai sfuggire una citazione della mia amatissima Kölsch: panico e mi giunge una richiesta ufficiale di scambio di informazioni, ossia, chi ti piace contro chi mi piace. Pongo una clausola per l'accettazione della richiesta: ristorante e offro io. Accettata. Sera del 4 gennaio: adesso i nodi vengono al pettine, pensai, e la serata sembrava veramente da resa dei conti. Si ride, si scherza, si mangia. E ci parliamo. Mi sputtano con la Kölsch, ma non dico tutto, anzi, lo stretto necessario. Tocca a te. Io... non scriveró nient'altro su quella cena. Dopo di che, siamo andati al Bairro, ci siamo bevuti un drinkino, e lí é cominciata un'altra storia. Di due persone che si vogliono bene, ma che non possono, o forse semplicemente non vogliono, amarsi.

giovedì 8 gennaio 2009

Capitolo 15, ovvero NOVO ANO, NOVA VIDA.

Buon anno a tutti, amici vicini e lontani. Questo breve post non sará nient'altro che un piccolo disclaimer, dato dal fatto che alla fine dei conti adesso sono in una situazione di stazionamento provvisoria... ve lo ricordate? Facciamo un piccolo "recap".
Ho abbandonato casa mia in data 2 gennaio, per un motivo essenzialmente. Il capo di casa mia mi stava particolarmente sui cosiddetti, e poi la casa era troppo vecchia e ricca di problemi, ricchi premi e cotillons. Dunque ho organizzato il trasloco, pulito la casa - c'erano esseri viventi che penso non sia compatibili con la definizione di "animale", "polvere", "erba" oppure "coguaro" - chiamato il mio caro amigo Igor e, grazie all'importante aiuto dello Zio Mentecatto, abbiamo caricato in macchina oltre alle tre suddette persone e i bagagli del mente, ossia un trolley-bagaglio a mano e una borsa a tracolla, un fantastico set di: una borsa molto grande, una valigia old-style (qualche babbo direbbe "vintage"), 4 sacchetti di cui uno con un panettone e Sambuca, un basso, un portatile e una borsa a tracolla. In questa situazione, con la Corsa super Spock di Igor, arriviamo a Martim Moniz, la zona piú brutta della cittá per frequentazioni e prostitute, e scarico tutto in casa della Lise, la mia amatissima Belgio 1. Detto questo, comincia cosí una nuova avventura, ossia vivere con la ragazza che piú mi piace in questo erasmus, per un mese a stretto contatto. Come sará questa incredibile convivência? É presto detto. Ecco un estratto dei primi giorni di convivenza, con, in piú, un pensiero alla cena che le ho offerto al ristorante, per la modica cifra di 40 €. A buon rendere.



In conclusione, informo il popolo intero che data la provvisorietá della situazione che sto vivendo, aggiorneró ancora meno del solito il blog, o magari scriveró post-spot come questo, piú concisi per la gioia di tutti, con video, e 'ahate del genere, cosí da poter a tenervi aggiornati. Qua, ve lo posso assicurare, ce n'é per tutti i gusti...

martedì 16 dicembre 2008

Capitolo 14, ovvero SOMOS QUASE À CONCLUSÃO... MAS O MELHOR ESTÁ AINDA A CHEGAR!

Bene, bene, bene. Sono 12 giorni che non do notizie di me. Ma cosa volete che vi dica: son foriero di buone notizie. Almeno, ovviamente continuo a parlare soprattutto di me, non so francamente a voi amati lettori cosa stia capitando, ma vi auguro ogni bene, toccatevi pure, ferro, tette, bigoli e artifizi scaramantici di ogni genere e tenore, tanto quanto me ne sta capitando a me ora. E allora, andiamo un po' con le notizie. Peraltro, prima di cominciare, stavo pensando alla fine della fiera che questo é uno dei miei pochi capitoli che inizia con parole di gioia e amore, e soprattutto sembra che stia parlando come il Papa o peggio la Gelmini, quindi sará meglio che dia una virata radicale al registro lingustico.
Orbene, con il mio racconto in video conferenza, spero vi sia piaciuta la sorpresa, mi sono fermato in sostanza a sabato passato, e qui c'é da mettere in conto tutto un altro week-end lisbonese-erasmiano segnato da altrettante esperienze piú o meno formative, in parte distruttive, sicuramente spiritualmente appaganti. Andiamo in ordine tematico, stavolta, e non cronologico, cosí che per una volta non si dica che sono uno storico pedante o perdente.
In realtá inizio con una notizia pessima per me, ossia: deriva dalla mia incredibile capacitá di non capire un benemerito catzo, ma almeno ho la giustificazione che ció che mi é stato riferito era in portoghese quindi potevo permettermi di non esserci arrivato subito. Si tratta, si indovini un po', di Arqueologia da Antiguidade Tardia. In diverse volte che la prof. ci aveva parlato delle modalitá dell'avaliação, ou seja del test per ottenere un voto in questa diavolo di materia, io avevo inteso: una presentazione (data con ottimo risultato), un compito in classe (6 gennaio), un trabalho escrito a casa (da consegnare a febbraio, a data da definirsi). Parlo con dei compagni di corso, che continuano a ripetere "due compiti scritti". Dico, no amici, forse non ci intendiamo, c'é solo un compito, non é cosí? No caro amico, i compiti sono due e tu babbo italiota non hai capito un caralho. Eh pá, acontece, dunque riassumendo tutto vengono una presentazione e due compiti scritti, sim sim corretto, solo che hai la possibilitá di cambiare un compito scritto con un lavoro a casa, aspetta, ma siamo scemi? Allora posso prendere la busta anziché i premi e ottenere presentação, trabalho e teste escrito, cioé come al punto uno, e come trabalho ci faccio un riassunto del libro che ho giá letto come mi era forse parso di capire avesse detto la professoressa. No. Ok, calmi tutti. Va bene che c'é un serio problema di comprensione linguistica, ma qua siamo proprio ai contenuti perché le vostre dannate parole con le vocali strette le riconosco, e voi avete detto pi pu pa. No. Caro amico che viene dall'Italia, se il tuo cervello é permanentemente raso a causa delle notti al Bairro, non te la puoi prendere com o nosso Portugalinho. In sostanza, e se non capisci ti infilo un malrovescio, tu devi: um, fazer uma presentação, que já fizeste, e que ficou bem. Pá, dois: fazer dois testes escritos, o primeiro vai estar 6 de Janeiro, o secundo no mês de avaliação, ou seja fevreiro. Tá claro? Bem, e em conclusão, tens de apresentar um trabalho escrito, que mais o menos vai ser um resumo em máximo 5 páginas do livro que já leste. Fim do jogo. Perguntas? Ah. Cioé, vuoi dire che devo fare tutta sta roba? Sim. E che non avevo capito niente? Sim. E che non so da dove cominciare cosa e come studiare archeologia? So' cazzi tua. Ah grazie! Di niente. Me ne vado perplesso. Perché... perché... qui in Portogallo un esame non é "lezioni + numero indefinito, probabilmente immaginario, di libri da studiare + faccia di brnzo all'esame", piú o meno come in Italia. Qui é: hai una bibliografia di 20, 30 libri. Buttaci un occhio, piú o meno su tutti, e prendi appunti. Ascolta bene il professore. Prendi gli appunti delle lezioni. Impara tutto e scrivi tanto, il risultato non mancherá. In sostanza, non so da dove partire, e archeologia sará un vero tallone d'Achille, per me vero e appassionato historiador. Ma tant'é, qualcosa mi invento, e soprattutto posso contare su molti colleghi di corso che comunque sia sono ottimamente disposti ad aiutarmi, e io sono certo che faró leva su di loro.
E ora, intremezzo amoroso, du du, da da da. Vi ricordate della mia scena paolina, quella in cui mentre andavo a Damasco, qui vicino a Lisboa, rimasi fulminato e passai da perseguitare i cristiani a essere un fervente apologo dell'ammore? Aspetta, non le scene da frutta e verdura dei post precedenti, con limoni, antibiotici e giaguari travestiti da Simba, ma quelle della tipina di Colonia Claudia Ara Agrippinensium, o piú normalmente, la kölsch? Oh, bene, ci siamo. Per maggiori delucidazioni, si legga l'incontro con lei e il fantomatico ratto cilindrico messicano al capitolo 12 parte 1. É successo che come mi ero riproposto non avevo minimamente intenzione di abbandonare quel percorso, il suo percorso, il percorso dell'ammore, e de vez em quando, la rivedevo, si chiaccherava, sempre a modo e con onestá dantesca, e il rapporto é in qualche misura decollato. Ora, é successo che ultimamente mi trovassi sempre piú spesso in compagnia degli amici francotedeschi descritti per sommi capi sempre nel capitolo 12 parte uno. E di conseguenza, c'era anche lei. Decido di sfoderare le mie grandi e infantili capacitá di convogliare l'azione delle persone ivi presenti per il mio fine, e chiedere vezzosi buoni consigli. E qui devo spezzare una lancia a favore dei miei amici francofoni e Till. I francofoni, soprattutto Margaux (ero convinto si scrivesse Margot, ma commisi un clamoroso errore), mi hanno dato un aiuto e un supporto morale raro e prezioso, mentre Till era piú nelle fattezze di "grande grande puffo alemão", con consigli orientati sulla psicologia della ragazza e sulla cultura tedesca da affrontare;menzione speciale a 007 Baptiste, o semplicemente "il buon Battista", come lo chiamo, che per dirne una mentre ero a casa malato e giravo il video, mi invia un sms con scritto ehi tazza guarda che la tua marie si trova stasera qui e qua e fará questo con sta gente a quest'ora... io ne approfitterei, pá caralho sono a casa malato e moribondo... oh mondo meschino e becero! Alveo d'ogni male, umano e divino! Io malato e la mia amata... ah! Meglio non pensarci, mi faró un'aspirina e coca cola per farmela passare.
Sunque, succede cosí che un sabato sera c'era una serata erasmus in una discoteca, il W, ossia il dabliu, ove una mia coinquilina in passato era giá stata e aveva riconosciuto una bella serata. Desiderosa di presentarla anche a me, penso: bene, perché non conoscere una bella serata, magari strutturiamola un po' e viene un successo; allora: Bairro Alto fino a chiusura, caffé a Cais do Sodré e poi dabliu. Ovviamente, la serata va tutta a menga. Avevo proposto la stessa serata alla mia amata Kölsch, la risposta pareva essere positiva ma post-riscontro; ribadisco attraverso un provvidenziale sms, tiro in mezzo i francofoni, e il gioco mi sembra fatto. Problema dianzi: piove a dirotto. Sono a casa, da solo, sono le 10.30. Aspetto il messaggio di Margaux. Messaggio giunge, ma foriero di pessime notizie. Sono a casa di Marie, stiamo pasteggiando tranquillamente, sentiti libero di venire. In 15 secondi, con la tecnica del coguaro cogitante in vestizione di Nauru, penso che mi gioco la serata al Bairro, non il dabliu, ma vado a casa dell'amata, diamine, non sono cosí picio. Arrivo per le 11. Piove che dio la manda, e sento puzza di bruciato circa l'evoluzione della serata. Composizione della banda: io, il buon Battista, il topo di Tenochtitlan, il bretone Melanio, l'alematurca Sybel, ossia la coinquilina del mio sonho o son desktop, Margaux, e la padrona di casa, la mia montagna d'amore e birra leggera, Maria Giuseppina da Colonia. Panico: avevano preparato una sorta di vin brulé, che mi hanno generosamente offerto nonostante la volgaritá di essere giunto praticamente - anzi, senza praticamente - senza niente, ma che nel frattempo aveva raggiunto la temperatura di 4 gradi e la frutta dentro sembrava piú dei cubetti di ghiaccio; alla mia richiesta dopo quel mezzo bicchiere se ci fosse stato altro, il mio tesoro mi risponde con tanta grazia, infelizmente não... pá, foda-se. Ricevo quella serata almeno dieci chiamate e 20 messaggi di amici amiche cani gatti lampioni trattori e obici che stavano al Bairro aspettandomi, e io ero lí, in quella casa, a godere della visione della mia amata come coloro che godono della diretta visione di dio in paradiso (é solo dante, non é un'esagerazione) e a fare un gioco balordo in cui mi hanno preso violentemente in giro, ossia: avete presente il gioco dove t'attacchi alla fronte il nome di un personaggio e lo devi indovinare; io dopo ventimila domande non avevo capito che ero Asterix (si vede che c'erano francesi lí) e l'avevo scoperto solo perché alzandomi ho letto il foglietto col nome che era attaccatto alla parete - purtroppo la mia fronte un po' sudaticcia mi impediva di tenerlo lí, il foglietto. Il mio successivo personaggio era... Asterix, e nonostante avessi capito che era un gallo dell'Armorica, non ci sarei mai arrivato... per la gioia dei commensali. La serata passa normale, c'é un filo di complicitá con la mia amica, ma alla fine i suoi sbadigli superano la piacevolezza del compagnonnage, e siamo tenuti a uscire di casa. Bacio, sguardo tipo Zoolander, fossette d'apprezzamento, e via, per arrivare lá dove nessuno é mai giunto prima. Ma non avevo considerato il problema della pioggia. E che da Roma - il quartiere dove stavo, idiota - non c'era nessun autocarro che mi avrebbe portato a casa direttamente. Per fortuna é arrivato provvidenziale un messaggio da Belgio 1 (eh? non mi hai 'ahato per settimane e ora mi mandi messaggi? Amore!) che mi dice che é con Till al Bacalhoeiro, un centro sociale-culturale vicino a Praça do Comerço, ovvero dove va l'autobus. E cosí funziona che dai piani di passare una serata al Bairro e poi al dabliu passo dai giochi di Buona Domenica su Canale 5 ad un centro sociale. Miglioramento o peggioramento? Di certo, il fatto che sia stato con Colonia Agrippina prima e con Belgio 1 un po' sbronza poi, mi ha sí galvanizzato. Voto 7, serata con buoni propositi ed esiti imprevisti. Fine dell'intramezzo amoroso.
Altro giro, altro regalo. É il momento del ritorno alle feste. Passo a venerdí scorso, quando si sarebbe svolta una simpatica festa a casa di Mona Lise (per chi non si ricorda, sto parlando di Belgio 1). Festa a tema, tema particolare: una lettera, la M. Fosse la L, direi, é un attimo, LIMÃO(TM)! invece MLIMÃO non suona bene, non é un marchio di garanzia, allora lasciamo perdere. Arrivo molto presto alla festa, solo alle 11, e c'erano ancora quattro gatti. Perché cosí presto? Perché c'era una festa di saluto ad una tipa italiana amica di un'amica spagnola delle mie coinquiline spagnole, e si era organizzato una cena da tale Casimiro, un ristorantino portoghese con 20 coperti e cucina a vista nei pressi di Martim Moniz. Ma ovviamente ho pensato che costoro avrebbero cominciato a mangiare alle 11, e siccome non posso proprio a quella diavolo di ora, decisi di fare presenza, bere un bicchiere di vino per il brindisi e poi telare via. Soprattutto dopo che avevo visto due elementi che, chi mi conosce lo sa, mi avevano ucciso nel corpo e nell'anima: una cisterna di vino Ronco da 20 litri col tappo a pressione che surclassava anche il peggior vino da barbone, veramente antigelo, e poi 10 spagnoli con un cilindro di carta sulla testa perché per prendere in giro la partiente, scherzavano sul fatto che gli italiani sono mafiosi e vanno in giro col cilindro. Aldilá della discrasia tra mafia e cilindro, mi chiedo quale divinitá buona mi ha impedito di fare una strage seduta stante. Sarebbe stato l'incipit perfetto per un futuro da hispanoctono. Tanto me ne sono andato alle 10,45, cioé appena prese le ordinazioni, salutando contudo il mio coinquilino spaniardo che se ne tornava a casa a Vigo per Natale e Capodanno. Penso che dall'atteggiamento il suo erasmus non sia mai cominciato. Auguri per la carriera.
Mi presento dalla Lise con la mia giacchetta chiodo e il cappello da pirata. In un nanosecondo mi ero trasformato in un marinheiro motorista metallaro. Direi che con un M al cubo, avevo ben titoli per entrare. Bevo un copo, converso con amici vari, vago per casa. Sapevo che avrei incontrato Margaux e Melanio Bretone, scopro che arriva anche Lionello poeta francofono, aspetto solo di vedere il mio sogno della Rheinland-Westphalen, con certezza accompagnato dal toporagno binocoluto. E magia, appaiono proprio entrambi! Problema. Avevo una bottiglia di vino piena e da mezz'ora cercavo un cavatappi, disperso per la casa. Problema 2: nel frattempo erano arrivate circa duemila persone, e il livello di ossigeno tabacchizzato procapite era piú alto del PM10 di quella fogna di Milano quando non piove per un mese. Di conseguenza, un minuto di chiacchiere e simpatia, corro a cercare il tirabusción, lo trovo, apro il tutto, parlo un minuto con Lionello, faccio due passi, incontro la mia amata Rondella - un giorno forse spiegheró chi é - parlo con lei 3 minuti, incontro Jesse, un tipo Nigerio-tedesco-portogofono che mi fa spisciare dalle risate, noto altresí come "l'MC tagliaerba", che mi ha sparato una rima eccezionale tipo "I don't like the red, i like the pink, so i go away, and i'll have a drink" - poesia che supera il sublime, mi presento nel luogo dove erano tutti i miei amici e trovo solo un tipo che pare l'uomo focaccina e mi scrocca una sigaretta. Ogni tre passi tiro una spallata a qualcuno, respiro un metro cubo di cenere aromatizzata alla birra e incontro qualcuno, perdendo ulteriore tempo. No! Mondo crudele, perché tutto questo! Perché mi merito questo! Citeró Papageno: Ich bin zum Unglück schon geboren. Ich plauderte, - und das war schlecht, Darum geschieht es mir schon recht. Ossia, me la sono meritata. Mi arriva un sms, probabilmente sará la risposta di Maria Giuseppina, sí, c'era troppa gente, ce ne siamo andati, ma tranquillo, forse torniamo indietro. Capito, alla veneranda ora delle 2.45, decido di alzare i tacchi. Saluto la Rondella, Lionello, due spallate, un ampio respiro di CO4 - la tensione della casa ha sfondato persino la chimica piú classica - e me ne vo a casa. Peraltro, incontro anche Hicham, caro amico, per puro caso, che mi accompagna a casa. La cosa divertente é che ero sanissimo, ma per essere inciampato prima di salutarlo e avere un aspetto un po' sbattuto per la festa, il tapino ha pensato che fossi marcio e necessitavo d'un aiuto per tornare a casa. Vabbé, ho fatto due chiacchiere in piú.
Vi sarete chiesti: perché se l'é meritata, dice il tapino? Che mai avrá fatto di male? Facciamo un passo indietro. Venite con me(TM)...
Era successo che il week-end precedente ero al Bairro, dove parlavo dei miei traslochi in pectore - ne parleró a tempo debito - con Mona Lise, al che lei, in splendida forma alticcia, mi offre la possibilitá: un'altra volta in pochi giorni potevo scegliere la busta o i premi. Mi dice, guarda che se hai problemi, ti ospito io a Gennaio in casa mia, tanto Pieter ha fatto lo stesso, Thomas uguale, io ho la casa grande, insomma, che ne dici? Aspé, mi stai invitando un mese a casa? Hic, sim! Nella tua stanza enorme col bidet? Hic, bwauahahha, sim. Sicura? Sim, quante diavolo di volte te lo devo ripetere? L'hai detto. Allora mi ospiti a casa... come sei gentile... da sfracellato mentale quale sono, dopo aver scoperto di aver trovato una ottima sistemazione per Gennaio, oltretutto gratuita, ci provo con la mia padrona di casa, direi, dal produttore al consumatore. Buca, con frase peggiore, e mi gira un po' il cazzo perché in Erasmus sentirsi dire per due volte in 3 settimane, lascia perdere, siamo amici, é toccare record come chi riesce ad andare in doppia cifra con le ragazze nel giro di 4 week-end. L'origine della punizione divina era questa? Diciamo circa. É solo una parte. State a sentire. Ma che stoffa! Pare un beloffa, eh! É stupescio! Che stoffa! (chi commenta entro tre giorni citando l'esatto riferimento di questa frase, gli ci offro una birra, anzi, piú d'una, al Bairro Alto quando vorrá lui).
Succede che un mercoledí sera propongo alla compagnia francotedesca di fare una gitarella fuori. Dove andiamo? Perché non al Tejo Bar? Mi avete detto che é proprio... speciale, vorrei conoscerlo. Mi premuro di organizzare bene tutto, messaggio con appuntamento, ovviamente inviato anche a chi di dovere - diamine, ora che penso a quante volte ne sto parlando di sta tipa, mi sembra che una persona possa pensare che mi piaccia veramente... ma sapete che é vero? Paura, no? -, e la serata parte. Lei non c'é, arriva con la calma dei giusti e l'affetto dei cari(TM) e piú semplicemente con Sybel (peraltro, si scriverá cosí?). Speriamo. Il posto é molto carino, piccolo piccolo, senza camerieri né servizio al tavolo, dove devi tenere la voce bassa, dove si canta, si conversa, si gioca a dama scacchi e forza 4, dove si suona, e la birra te la prendi da te. Ancor piú interessante, non si applaude, ma si strusciano le mani in segno d'affetto. Ma condurre una conversazione normale cosí é un po' difficile. E poi, la serata quasi pare viziata nei piani da un difetto di forma: arriva Mona Lise. Ora, cazzo, per non dire altro, ma ditemi se é mai possibile: passo settimane della mia vita a cercarla, inviare messaggi senza risposta, starle dietro, parlare e chiedere consigli ad amici, e niente, e poi un dí ti svegli e puf! sei sempre dietro. Lise! Un tono! Ti voglio bene, comunque che sia, querida menina belga. Arriva la Colonica. Con Sybel a tiro. Io ero uno splendore. Fatto il bagno nell'Egoiste di Chanel, camicia bianca della laurea, felpettina Playlife usata una sola volta (ma con una macchietta d'asparago in un lembo, ca... lasciamo perdere, non si pulisce a suon di insulti), jeans al sapore di sapone di Marsiglia, scarpe sempre le solite e con un buco, barba vecchia di solo un giorno, quando sembra piú virile del virile. Carico di emozioni, carico di aspettative, carico di aulica forza poetica.... non riesco a spiccicare parola. Serata pacchissimo. Margaux mi guarda mentre guardo una partita di scacchi e scuote la testa. Lise ride e scherza. Till non sa che fare. Io taccio. Non respiro per ben 47 minuti, poi dico "vou para a casa do banho". Ad un certo punto, Margaux sale in cattedra e - come gli infanti, come gli idioti - mi indica e fa "ooooooooooooohhhh Ste ma che bella camicia bianca che hai..." e Till "oooooooooohhh Ste che bella camicia bianca che hai", e io "Ooooooooh Abdul, e non mi sono ancora fatto la doccia" (altra citazione, altra birra al Bairro); al che, con l'attenzione tutta su di me, racconto la gag clamorosa del caffé il giorno della mia laurea, che ridere, ah ah, e poi ritorno in ibernazione. Ad una certa, praticamente tutti se ne vanno, tranne io Mona e Till. Visibilmente dispiaciuto, reclino il capo sulla spalla destra e mi addormento. La vedo che paga alla cassa, e intanto penso girati girati girati non ho detto niente ma il mio sguardo da Zoolander ti fulminerá ancora... un passo fuori... un secondo... si gira, alza una mano, saluta. Zoolander. Fossette d'approvazione.
Ah! Mondo crudele, me tapino! Come buttare via una serata utile al trabalho, come arrovinare mezzo litro di Egoiste e una camicia bianca che per l'emozione s'é fatta il colletto tutto nero, vedi le stesse motivazioni per cui il fogliettino con scritto Asterix non era sulla mia fronte ma su una parete... Autocommiserazione con Till, Autobus notturno e vado a casa. Fine dei giochi, ho pensato? Till mi aveva suggerito un'altra cosa: alle volte le tipe non devono essere troppo pressate. Furbo il tipo: prima mi dice di essere sfigatone come me, poi mi passa i consigli. Mi sembro io col Dok. Mah. In sostanza, un dí di pausa non avrebbe fatto male. Via, di Till mi fido. Avrá ragione. Ma meditiamo. Qui bisogna riformularsi un po'. E in ogni caso, non é finita qui.

mercoledì 3 dicembre 2008

SPECIAL CHAPTER #4, ovvero IMPORTANTES NOTÍCIAS AGROALIMENTARES parte 4

DISCLAIMER: SI RACCOMANDA LA VISIONE DI QUESTI VIDEO CON RIGIDO RIGORE NUMERICO, QUINDI TU CHE LEGGI COMINCIA DAL POST SPECIAL CHAPTER #4, ovvero IMPORTANTES NOTÍCIAS AGROALIMENTARES parte 1!!!


SPECIAL CHAPTER #4, ovvero IMPORTANTES NOTÍCIAS AGROALIMENTARES parte 3